SPECIALISTA IN CHIRURGIA PLASTICA, RICOSTRUTTIVA ED ESTETICA. PERFEZIONATO IN MICROCHIRURGIA E CHIRURGIA DELLA MANO PEDIATRICA

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Emiplegia spastica dell’arto superiore destro

Questo paziente presentava emiplegia spastica dell’arto superiore destro. La condizione è progressivamente peggiorata nonostante l’utilizzo di farmaci specifici anticontratturanti e iniezioni regolari di tossina botulinica.
La tecnica di trasferimento dal Flexor Digitorum Superficialis (FDS) al Flexor Digitorum Profundus (FDP) viene adottata in caso di contratture significative, definite come l’incapacità di estendere le dita dal palmo anche con la massima flessione del polso.

Questi pazienti, in genere, non hanno un controllo volontario delle dita e della mano.
La procedura chirurgica consente al polso di raggiungere una posizione neutra, attraverso il rilascio del FCU e del FCR, senza l’uso di sistemi di sintesi ossea.

Prima

Dopo

Una volta ottenuta la posizione naturale, si esegue la trasposizione dei tendini flessori.
Nella stessa procedura chirurgica si effettua anche l’allungamento del FPL e la deviazione dorsale del FCR, tramite la creazione di un tunnel sottocutaneo che raggiunge il retinacolo degli estensori, utilizzando il PL come innesto tendineo.
Il periodo post-operatorio deve essere gestito con attenzione, mediante l’uso intensivo di specifici tutori in materiale termoplastico e fisioterapia riabilitativa.

È disponibile un’ampia gamma di interventi antispastici per il trattamento dei bambini con Paralisi Cerebrale Infantile (PCI), tra cui fisioterapia, farmaci orali, agenti di blocco neurolitico, pompe intratecali di baclofen, procedure di allungamento dei tendini e rizotomia dorsale selettiva.

La Chirurgia Ortoplastica è il tipo di intervento più comune nei bambini con paralisi cerebrale. Si tratta di procedure che interessano il sistema muscoloscheletrico.
I bambini con paralisi cerebrale devono gran parte dei loro sintomi e difficoltà a problemi riguardanti muscoli, articolazioni e ossa.
I Chirurghi Ortoplastici possono proporre interventi in grado di rilassare i muscoli spastici, riparare le articolazioni, correggere le deformità ossee e alleviare il dolore.

Diversi tipi comuni di procedure chirurgiche ortopediche sono utilizzati per trattare i bambini con PC:

  • Osteotomia: Serve a migliorare le articolazioni. Un chirurgo può riallineare le ossa per aiutare il bambino nel movimento e nella postura, con il risultato di una maggiore mobilità e indipendenza, oltre a una riduzione del dolore causato da un errato movimento articolare.
  • Allungamento muscolare: La rigidità muscolare rende i movimenti difficili e dolorosi. La chirurgia può allungare e rilasciare i muscoli, diminuendone la rigidità e migliorando la capacità di movimento.
  • Allungamento dei tendini: Analogamente ai muscoli, anche i tendini troppo tesi limitano il movimento e causano dolore. L’allungamento dei tendini permette una maggiore libertà di movimento.
  • Sezione di tendini o muscoli: Sebbene possa sembrare dannoso, sezionare tendini o muscoli può alleviare la tensione, il dolore, migliorare i movimenti e ridurre la spasticità. Un tendine reciso può anche essere sostituito con tessuto donatore.
  • Artrodesi: Una procedura più aggressiva per trattare casi gravi di spasticità e mobilità ridotta. Consiste nel fondere permanentemente le ossa, aiutando a ridurre gli spasmi e a facilitare la deambulazione.
  • Correzione della scoliosi: Alcuni bambini presentano o sviluppano una curvatura spinale, che può peggiorare nel tempo. La correzione della scoliosi può migliorare la postura, il movimento e prevenire problemi respiratori.

La Rizotomia Dorsale è un’altra opzione chirurgica per i bambini con PCI. Come l’artrodesi, è un’opzione aggressiva non consigliata per la maggior parte dei pazienti. Può ridurre permanentemente la spasticità e il dolore, ma comporta dei rischi.

La Paralisi Cerebrale Infantile e il Chirurgo Ortoplastico

La Paralisi Cerebrale Infantile (PCI) è la causa più frequente di deficit motori nell’infanzia, con vari gradi di gravità e altre problematiche.
La PCI può essere suddivisa in quattro tipi principali in base al deficit motorio predominante: spastica (emiplegica, diplegica e tetraplegica, circa il 50%), discinetica (circa il 20%), atassica (circa il 10%) e mista (circa il 20%). La maggior parte dei pazienti presenta forme miste; ad esempio, lievi segni discinetici sono spesso presenti nelle sottocategorie della PCI spastica.

Sindrome spastiche

Queste sindromi sono caratterizzate da rigidità e “plegia” (abolizione del movimento volontario). Si definiscono “emiplegia” se interessano gli arti superiori e inferiori dello stesso lato; “diplegia” se colpiscono entrambi gli arti inferiori (più raramente anche quelli superiori); e “tetraplegia” se interessano tutti e quattro gli arti.
I disturbi si manifestano di solito a pochi mesi dalla nascita: si nota che il bambino utilizza un braccio meno dell’altro o assume atteggiamenti motori anomali (ad esempio, nei primi tentativi di afferrare gli oggetti).

La spasticità può influenzare la funzione, compromettere il comfort e l’igiene, e portare a complicanze muscoloscheletriche, come contratture, sublussazioni e dolore.

Il trattamento di questa patologia richiede una riabilitazione multidisciplinare, poiché il danno iniziale, causato da lesioni di vario genere, purtroppo non può essere riparato.

La riabilitazione si avvale di figure come il fisioterapista, il terapista dei disturbi dello sviluppo neuromotorio e il logopedista, guidati dal neuropsichiatra infantile, che seguiranno il bambino fin dai primi mesi di vita per favorire uno sviluppo guidato verso la massima capacità funzionale possibile.